La "RIFORMA BASAGLIA"
A seguito della "riforma Basaglia", adottata con legge 180
del 1978, gli ospedali psichiatrici della penisola, affidati
istituzionalmente alle Province, persero il loro ruolo di
cittadelle blindate per aprirsi al nuovo corso gestionale di
trattamento della malattia mentale. Di fatto, tali strutture
non più utilizzate in ragione degli obiettivi iniziali, si
sono rese disponibili per un loro diverso uso
funzionale, con destinazioni variegate a seconda delle
singole realtà.
A Trieste, in particolare, essendo la riforma Basaglia partita
proprio da questa città (dapprima in forma sperimentale e
successivamente entro i binari della legge che ne è
scaturita), l'Amministrazione Provinciale, con una delibera
del 1980, sanciva le cessate funzioni dell’Ospedale Psichiatrico
Provinciale, le quali venivano assunte dall’ Azienda
territoriale per i Servizi Psichiatrici n° 1-Triestina. Attuale direttore
dell'Azienda è il dott. Franco Rotelli.
La chiesa triestina, preso atto della deistituzionalizzazione
degli ospedali psichiatrici in
Strutture territoriali, ha adeguato l’assistenza religiosa ai
malati di mente alla nuova realtà.
Il Vescovo mons. Lorenzo Bellomi, in data 10 aprile 1981 incaricò il sacerdote don
Simeone Musich a svolgere tale assistenza religiosa nel
costituito Dipartimento di salute mentale con il titolo di
“incaricato diocesano alla assistenza religiosa nel D.S.M. di
Trieste”.
Istituito il Servizio Sanitario Nazionale, con la
legge 23.12.1978, n°833, il territorio e gli edifici ex
manicomiali, passarono in gestione all’Azienda territoriale.
La Provincia di Trieste rivendicò e riservò per sé l’edificio
falegnameria (a lato della chiesa), e dopo la ristrutturazione della ex falegnameria in
abitazione, consegnò i due edifici, che rimangono in
proprietà della Provincia, in uso alla Diocesi per
la continuità del ministero pastorale.
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COMPITI e FUNZIONI DEL VICARIATO DOPO LA "RIFORMA BASAGLIA"
Il Vicariato del Buon Pastore non venne soppresso
dall'Autorità ecclesiastica.
Il
Vescovo Mons. Bellomi delineò due funzioni da affidare al
Vicario.
La chiesa del Buon Pastore
rimase luogo di culto e centro di vita spirituale per una
nuova comunità di fedeli che prevedibilmente si formerà con
l'apertura del comprensorio all'esterno e con l'insediamento
di attività operative e culturali all'interno. Doveva
diventare, in secondo luogo, perno del coordinamento
dell'assistenza religiosa nei Centri di salute mentale,
distribuiti su tutto il territorio provinciale.
Il Vicario, nel progetto del
vescovo, assunse la responsabilità di ambedue le funzioni in
quanto vicario e in quanto "incaricato diocesano
all'assistenza religiosa nel Dipartimento di salute mentale
di Trieste".
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